Storia
La
piccola
chiesa della Madonna del Terremoto fu edificata in Piazza Canossa nel
1754 a ricordo
della protezione data dalla Madonna in occasione del terremoto del 6
luglio 1693.
Tre
scosse di terremoto, la prima più forte e le altre due dopo
circa mezz'ora, ma
più deboli, si avvertirono a Verona e Provincia.
L'area scossa maggiormente risultò essere il
Mantovano dove fu fortissima con la caduta di molti comignoli e qualche
edificio. Fu avvertita a Ferrara, Venezia, Padova.
Notizie sullo sciame sismico del 1693 si trovano in Indagini di sismicità storica Enel
Così venne raffigurato il terremoto che colpì varie città d'Italia nel 1693
La chiesa fu eretta nel luogo dove sulla
facciata di una casa si trovava l'affresco che ritraeva la Madonna
invocata dai
Mantovani a protezione contro il terremoto che sconvolse l'Italia in
quell'anno. L'attuale edificio risalente al 1759 venne costruito al
posto del
precedente di legno.
Sulle
origini
della devozione alla Madonna del Terremoto un documento storico ne
narra i
fatti che indussero i fedeli alla fine del XVII secolo a costruire la
piccola
chiesetta.
Riportiamo qui la sua breve, ma significativa
storia.
"Degna cosa è da
rimarcarsi in congiuntura
di questo terremoto, cioè lo scoprimento d'una miracolosa
immagine di Nostra
Signora tenendo il bambino Gesù in braccio, a destra S.
Giuseppe ed a sinistra
S. Rocco, ed ecco come ciò seguisse: Sulla Piazzetta
dell'Albrisa, volgarmente
oggidì del Canossa per il palazzo di questa nobile famiglia,
abitava un certo
Pietro de' Stefani, sartore di mestiere in una casetta a pigione
sull'angolo di
essa piazzetta che appartiene al signor Andrea Comini e serviva per
comodo
della lui carrozza. Sul muro eravi dipinta un'imagine di Nostra Signora
quasi
inosservata perché‚ smarrita di colori esposta
senza verun riparo alle acque
pioventi. Pietro de' Stefani trovavasi presso il muro della sua
abitazione quando
sentironsi le prime scosse del tremuoto ed asseverantemente
assicurò diversi
circostanti spaventati che in quel sito egli non sentiva niente
invitandoli a
rifugiarsi vicino al muro e raccomandarsi a quell'immagine per essere
salvi
dalle temute rovine. In brieve d'ora divolgatosi il prodigio vi
accorsero
moltissimi adoratori i quali offerirole copiose limosine laonde fu da
certuni
giudicato bene d'impiegarle a riparare l'immagine dall'intemperie delle
stagioni col farle d'intorno una nicchia, ed un piccolo coperto che
sporgesse
in fuori due braccia in circa, locchè è quel jus
comune di ciascun padrone di
casa sulla via pubblica, non potendosi dilatare più innanzi
senza licenza del
Principe che è padrone delle strade e delle piazze. Ma
crescendo sempre più il
concorso de' divoti che d'ora in ora se le inginocchiavano davanti,
appendendole voti e tavolette per grazie ricevute, e‚
talvolta potendocisi
accostare attesa la strettezza della nicchia oppure per l'incomodo
della
pioggia e fango nella piazza, unironsi col Signor Comini, padrone della
casa,
vari altri divoti e supplicarono il Duca con loro memoriale in data 12
giugno
anno seguente 1694, acciò permettesse graziosamente che si
potesse dilatare
sulla Piazzetta una cappella cinta di mura larga 10 e lunga 12 braccia
per
comodo de' li divoti adoratori, ed in essa alzarvi un altare per il
divino
sagrifizio. Ottennero il favorevole rescritto e frattanto formarono
provvisionalmente una cappelletta di legni coperta di tetto e vi
piantarono
l'altare, appagando con ciò la calca de' divoti che
trovò il comodo di starsene
al coperto orando. Il Duca medesimo prese tanta devozione a
quest'imagine che
non lasciò mai più di visitarla anzi gli fu
conceduto dal Vescovo che una
qualche fiata, lui presente, potesse farvi celebrare la Messa per suo
comodo,
ma non altrimenti ciò si potesse in di lui assenza fino a
tanto che la cappella
non fosse cinta di muraglia per decenza del Sagramento dell'altare. Ma
questa
mura non si è poi fatta e la cappella di legnami
stà tuttora qual vedesi a'
miei giorni. Sempre però ci si è continuato il
culto essendosi introdotta la
pia costumanza che nel giorno anniversario di questo tremuoto ci si fan
un
bell'addobbo e sulla piazzetta verso sera cantansi in musica le laudi
di Nostra
Signora ed il Te Deum. Così pur e nella Basilica di S.
Andrea, sotto la cui
parrocchiale giurisdizione è posta la cappella, si espone il
dopo pranzo
l'augustissimo Sagramento e si benedice il popolo, in rendimento di
grazie a
Dio per la liberazione dalle rovine del tremuoto e dello scoprimento di
quest'imagine stata popolarmente denominata la Madonna del Canossa". |
Da allora e per due
secoli, sino alla fine degli
anni 50, il 6 luglio veniva celebrato dai parrocchiani di S.
Andrea.
Tre
decenni di silenzio non hanno spento la venerazione per la Madonna del
terremoto.
Effettuati
vari interventi di sistemazione la chiesetta è stata
riaperta al culto nel luglio del 1989.
Dal Nuovo Prospetto delle pitture,
sculture, ... 1818
Dal Fioretto delle
cronache di Mantova, 1843
Dal Compendio cronologico-critico
della storia di Mantova, 1833
In Delle opere a comodo ornamento e
salubrità pubblica, 1838 sono menzionati i
lavori di sistemazione della chiesa e della cappella dell'Incoronata
nel duomo di Mantova.
Omnia Mantova
Perché la chiesa di Piazza Canossa
si chiama "del Terremoto"?
Preghiera
O
Maria,
tu sei
nostra Madre
e ci
vuoi bene.
La terra
trema
e le nostre
famiglie
sono sconvolte
dall'angoscia.
Non
lasciarci soli
nel momento della sventura.
Apri il
nostro cuore
alla
solidarietà, alla generosità e all'aiuto.
Donaci la
forza e il coraggio
necessari
per la ricostruzione
e l'amore
per non abbandonare
chi
è rimasto senza nessuno.
Così,
liberati dal pericolo
e iniziata
una vita nuova,
canteremo la
tua lode.
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